ARABIA SAUDITA: dopo Viber, stop a Skype e Whatsapp?

di Flavio Fabbri |

VINTI

Nonostante le maggiori aperture verso l’innovazione tecnologica e le nuove piattaforme di comunicazione elettronica, il Governo di Ryad si mostra piuttosto scettico e sospettoso verso le reti sociali e le applicazioni per l’instant messaging (IM) ed il VoIP.

 

Sembra così probabile che, dopo li blocco di Viber, la censura di Stato si estenda a Whatsapp e Skype in tutta l’Arabia Saudita. Giugno potrebbe rivelarsi un mese nero per gli internauti del grande Paese mediorientale (al momento circa 17 milioni, su una popolazione complessiva di 28 milioni di persone) e, proprio in concomitanza dell’inizio del Ramadam, le autorità potrebbero decretare lo stop ai servizi sopra menzionati.

 

I motivi sono ancora piuttosto vaghi e sempre gli stessi: “Se i servizi non rispetteranno le norme e le indicazioni dell’Autorità saudita per le telecomunicazioni saranno immediatamente sospesi sul territorio nazionale”.

 

Secondo gli osservatori internazionali, la mossa nasconde la volontà del Governo di avere ancora sotto controllo le telecomunicazioni e allo stesso tempo di favorire il business dei tre operatori nazionali (Saudi Telecom Co, Etihad Etisalat e Zain Saudi) che vedono nelle nuove applicazioni la possibilità di forti perdite all’orizzonte.

 

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