VINTI
È scritto sul sito web di WikiLeaks: ‘Oggi sono stati pubblicati 1,7 milioni di documenti diplomatici degli Stati Uniti’. Si tratta di pubblicazioni relative al periodo che va dal 1973 al 1976, un momento storico particolarmente scottante, per l’amministrazione americana, che ha visto il segretario di Stato, Henry Kissinger, coinvolto in oscure trame complottiste ai danni di governi democraticamente eletti dal popolo, specialmente in Sud America.
La piattaforma fondata da Julian Assange ha chiamato l’operazione ‘Public Library of US Diplomacy (PlusD)‘ e l’ha definita subito la più grande raccolta di documenti segreti, di intelligence e diplomatici riguardanti gli USA, mai messa attuata. Molti di questi, infatti, sono stati scritti direttamente su ordine di Kissinger o a lui dedicati, mentre diverse migliaia sono classificati come NODIS, da non distribuire.
“Queste note, carteggi, rapporti e corrispondenze sottolineano l’ampio ventaglio e il dominio dell’influenza americana attraverso il mondo intero – ha rivelato Assange all’agenzia Press Association- contrariamente alla massa di documenti segreti pubblicati nel 2010 sulle guerre in Iraq e in Afghanistan, questi documenti non sono il frutto di “furti informatici” ma sono consultabili presso gli archivi nazionali americani“.
Mentre Assange è ancora richiuso nell’ambasciata dell’Equador a Londra, nel tentativo di evitare l’estradizione in Svezia, dove lo attende un processo (poco chiaro) per duplice accusa di stupro, e la minaccia di essere poi trasferito negli USA, dove potrebbe rischiare anche la pena di morte, sempre oggi un nuovo gruppo di oltre 251 mila cable diplomatici statunitensi è stato rilasciato in rete sempre da WikiLeaks.
Sempre secondo WikiLeaks, le nuove pubblicazioni in rete non sarebbero il frutto di furti informatici, ma della divulgazione di documenti già disponibili al pubblico presso gli archivi nazionali americani.