VINTI
Nel pieno della lotta al terrorismo islamico, subito dopo il 2001 e nel 2004, l’intelligence britannica tenne sotto controllo oltre 4000 linee telefoniche, schedando i sospettati e tutti coloro che direttamente o indirettamente vennero in contatto con loro.
Una notizia che ha indignato le associazioni che si battono per i diritti degli utenti di internet e per la tutela dei dati personali, qui assolutamente calpestati in nome della sicurezza nazionale. L’evoluzione dei mezzi di comunicazione di massa, soprattutto in campo elettronico, con i social network come Facebook e Twitter, o altre piattaforme per le comunicazioni su internet come Skype, hanno reso il lavoro degli investigatori sempre più difficile, aumentando le pressioni sul Governo per stringere le maglie della privacy.
I detrattori di un rafforzamento delle misure di controllo in nome della sicurezza nazionale hanno lamentato che l’atteggiamento dell’esecutivo si sta mostrando troppo incline ad un irrigidimento delle norme che regolano la rete, consentendo alle autorità di polizia e ai servizi segreti un monitoraggio sempre più ampio di internet a scapito della privacy degli utenti. Le stesse web company più conosciute potrebbero essere costrette a cedere ingenti pacchetti di dati alle autorità di polizia britanniche.
Google e Microsoft si sono subito dette contrarie, sostenendo che la libertà personale in rete deve essere estensione di quella di cui godiamo in ogni altra situazione pubblica e privata. La Polizia britannica ha comunque risposto alle accuse, sostenendo che non è in atto nessun ristringimento delle libertà personali, ne tanto meno si può parlare di uno schema Orwelliano da ‘1984’, spiegando che ogni nuovo strumento tecnologico utilizzato serve “a mantenere alta la capacità di intervento del Governo, non ad aumentarla”.
Ci sarebbe un 25% almeno del web assolutamente sconosciuto alle forse di sicurezza britanniche e lì si potrebbero annidare terroristi, criminali e pedofili, ha piegato un rappresentato del Governo alla Reuters, “è nostro compito intervenire”. Il ministero dell’Interno della Gran Bretagna ha già fatto sapere che è pronto a mettere sul piatto 1,8 miliardi di sterline per il controllo della rete sul territorio nazionale. Presto potrebbe essere avanzata una richiesta in tal senso ai provider di internet che sono attivi nel Regno Unito.