VINTI
L’erario indiano chiede alla Nokia 21 miliardi di rupie, circa 383 milioni di dollari, per tasse arretrate. L’Alta Corte di Nuova Delhi al momento sta valutando le carte, ma nel caso dovesse procedere contro il colosso finlandese sarebbe un’ulteriore colpo alle sue finanze già duramente messe alla prova nell’ultimo anno. Per la prima volta nella sua storia, infatti, non ci sono stati dividendi nel 2012.
L’azienda ha comunque fatto sapere, tramite nota stampa, che “la sua posizione nei confronti del fisco è in piena conformità con le leggi nazionali e del trattato bilaterale tra Delhi e la Finlandia, relativo proprio al trattamento fiscale“. La questione sollevata in India riguarderebbe gli anni a partire dal 2007.
Un atteggiamento, quello del Governo indiano, che negli ultimi tempi si è fatto particolarmente rigido e duro nei confronti delle aziende straniere che fanno profitti sul territorio, soprattutto per quanto riguarda il pagamento delle tasse sugli stessi. Nella stessa situazione della Nokia sono infatti la Royal Dutch Shell e la LG Electronics.
Già all’inizio dell’anno, le autorità locali hanno più volte perquisito l’impianto di Chennai, il più grosso della Nokia nel Sud del Paese asiatico, alla ricerca di documenti contabili che proverebbero l’evasione fiscale. Anche in quell’occasione, i giornali locali parlarono di tasse non pagate per 500 milioni di dollari.