VINTI
Gennaio è da sempre tra i mesi più importanti per gli incassi cinematografici. Nelle prime settimane dell’anno appena iniziato ancora sono in sala le grandi produzioni natalizie e cominciano ad arrivare quelle nuove, generalmente in 3D, a cui le sale rispondono con la digitalizzazione dei servizi e delle strutture. Eppure, nonostante le condizioni climatiche favorevoli all’esperienza cinematografica, gennaio 2013 non sembra aver mantenuto le attese degli esercenti e dei distributori italiani, registrando un generale calo di spettatori al cinema.
Secondo i dati Audimovie appena resi noti, le prime quattro settimane dell’anno in corso hanno totalizzato 11,7 milioni di presenze per 3560 schermi. Un dato ottimo, se comparato con il mese di dicembre 2012 (9,3 milioni di spettatori), ma sotto le attese in rapporto con il dato annuale di gennaio 2012 (12 milioni di spettatori).
Anche scorporando i dati, si nota che le presenze nelle sale n 3D sono state a gennaio 2013 pari a 635 mila, contro le 651 mila di gennaio 2012, mentre quelle nelle sale in 2D poco più di 11 milioni, contro gli 11,3 dello stesso mese del 2012. Un dato che preoccupa, perché se gli incassi del 2012 venivano da un’ottima conclusione dell’anno precedente e riuscirono a tenere bene fino ad aprile, il 2013 parte da presupporti assolutamente diversi e purtroppo i pronostici per i mesi a seguire non sono incoraggianti per nessuno.
Un trend confermato anche da MEDIA Salles, che ha di recente presentato i dati a livello europeo. Secondo l’indagine, in Europa nel 2012 gli spettatori nelle sale cinematografiche sono stati 1.190,5 milioni, con un calo del 2% rispetto ai 1.214,3 milioni del 2011. Da noi, sulla base di dati Siae, si sono contati poco meno di 99 milioni di spettatori (-10,2%), il peggior dato dell’Unione, rispetto a Spagna (-7%), Francia (-5,9%), Regno Unito (+0,5%) e Germania (+4,2%).
C’è da chiedersi a questo punto quali siano i problemi reali sottostanti a tale pessima performance del mercato italiano. Solo un problema di pirateria informatica e digitale? O forse c’è da prendere in considerazione una scelta di titoli sbagliata da parte della distribuzione? Una risposta a queste domande potrebbe forse arrivare proprio dal web, che consentirebbe di raggiungere, con un’offerta diversificata e a prezzo competitivo, quella fetta di pubblico ‘smarrita’ nell’illegale. Gli esercenti, invece, potrebbero proseguire l’adeguamento delle sale ad un’esperienza cinematografica di qualità e ricca di servizi.