VINTI
Negli ultimi anni si sono susseguite, in tutto il mondo, ricerche e pubblicazioni scientifiche per dimostrare la connessione, o meno, tra tumori alla testa e uso del telefono cellulare. Sono tantissimi gli articoli che nel tempo sono stati divulgati su riviste specializzate ed in rete, ma ad oggi non è ancora chiaro se e come il telefono mobile aumenta il rischio di insorgenza di tumori nell’uomo.
Un nuovo studio dell’Icems, International Commission for Electromagnetic Safety, si propone di dimostrare il rapporto stretto tra la malattia ed il cellulare, grazie ad una raccolta di ben 15 studi internazionali che dimostrano i rischi dell’elettrosmog,
secondo l’Icems, un uso eccessivo del dispositivo mobile è causa di un aumento dei casi di tumore alla testa anche del 200%. Come ha spiegato all’Adnkronos Salute Livio Giuliani, portavoce Icems in Italia, “c’è questa possibilità molto concreta di rilevare una connessione diretta tra cellulare e tumore alla testa, in particolare al cervello, come il glioma, legato all’esposizione alle microonde del telefonino“.
L’occasione per divulgare i dati prodotti dalla ricerca è stato il convegno romano organizzato da Icems, dall’Università di Roma Tre e dall’Ateneo della Tuscia, con la collaborazione dell’Associazione malattie da intossicazione cronica e ambientale (Amica). Durante l’incontro si è voluto portare all’attenzione del pubblico anche la modifica dei limiti attuali per misurare i campi elettromagnetici prevista dal recente ‘decreto sviluppo’ e ora all’esame del Senato, con il passaggio delle rilevazioni dalla durata attuale di 6 minuti alle 24 ore proposte nell’articolo 14 del decreto.
Se passerà la nuova legge, hanno affermato gli esperti e le associazioni presenti al convegno, ci sarà “una sottovalutazione dei valori riscontrati e verosimilmente una crescita delle patologie correlate alle esposizioni elettromagnetiche. Perché la misurazione, se spalmata nelle 24 ore, permetterà una tolleranza di picchi diurni quando è maggiore il numero di utenti attivi, fino a 18-20 volt per metro, cioè anche tre volte superiori a quelli attuali“.
In Italia non sono disponibili studi epidemiologici sul legame tra l’uso del cellulare e le patologie oncologiche, ha sottolineato Giuliani sempre all’Adnkronos Salute, “La ricerca ‘Interphone’ del 2010 e sviluppata a livello europeo ha sottolineato l’aumento del rischio oncologico per chi abusa del telefonino“, mentre di grande interesse per l’avanzamento della ricerca “è lo studio che sta facendo l’Istituto Ramazzini di Bologna, indagando l’impatto degli inquinanti oncogeni sulla salute con il più grande lavoro al mondo su ratti, 7.700 quelli coinvolti“.