VINTI
È un venerdì di piazza in molte capitali del mondo arabo, tra il Nord Africa e il Medio Oriente. Dopo il tragico assalto all’Ambasciata americana in Libia, con l’uccisione di più membri del personale diplomatico, anche l’Egitto, l’Afganistan e il Pakistan vedono le principali città trasformarsi in campi di battaglia su cui si confrontano da una parte i dimostranti e dall’altra la polizia.
All’origine di tanta rabbia un video caricato su YouTube, dal titolo ‘The innocence of muslims‘, in cui, secondo la comunità mussulmana, viene ridicolizzato il profeta Maometto. Google ha dato disposizione in queste ore di bloccare l’accesso a tale contenuto sia dalla Libia, sia dall’Egitto.
Successivamente il blocco è stato esteso anche al Pakistan, all’India e all’Afghanistan, ma senza la rimozione del documento incriminato.
Una decisione a metà e già di per sè ‘inusuale’, come ha commentato l’azienda sul blog, ma necessaria vista l’ondata di violenze che si è propagata in diversi Paesi e che conta già troppi morti e centinaia di feriti.
Dall’Afghanistan, proprio oggi, giunge inoltre la voce di una taglia messa sulla testa sul produttore del filmato di oltre 5 milioni di rupie (più meno 70 mila euro).