VINTI
Huawei, uno dei principali produttori mondiali di dispositivi di comunicazione, ha chiesto l’intervento formale della Commissione europea per porre fine alle pesanti politiche di sfruttamento della proprietà intellettuale dei propri brevetti da parte di InterDigital.
Le licenze in questione sono relative al 3G e al 2G che, da dicembre 2011, sono concesse dalla società americana a numerose aziende attive nel campo delle telecomunicazioni mobili, tra cui Huawei. Dopo il tentativo fallito di trovare un accordo tra le parti, Huawei ha chiesto all’Antitrust europeo di valutare un intervento per sanzionare il comportamento discriminatorio messo in atto da InterDigital che viola, in maniera evidente, le cosiddette politiche FRAND (Fair, Reasonable and Non-Discriminatory), quelle che il mercato considera condizioni giuste, ragionevoli e non discriminatorie.
Se il proprietario dei brevetti chiede prezzi di sfruttamento troppo esosi si crea un problema serio per chi cerca di fare, in questo caso, business nel settore delle reti GSM e UMTS, quindi dei servizi 3G, con relativo aumento dei costi generali fino alla penalizzazione finale del consumatore.
Durante la scorsa estate, Nokia, Huawei e ZTE finirono a loro volta nel mirino di InterDigital, con l’accusa di aver violato 7 brevetti di sua proprietà. InterDigital fece ricorso all’ITC per chiedere il blocco delle vendite di quei prodotti che facevano uso illegale di suoi brevetti, ora in Europa sembra svolgersi un nuovo round.