eSECURITY: criminali informatici russi campioni di spam e truffe

di Flavio Fabbri |

VINTI

Si parla sempre più russo negli ambienti della criminalità informatica. Lo dice il nuovo Rapporto redatto da Group IB e LETA pubblicato sul quotidiano Vedomosti. Secondo tale studio, subito dopo gli hacker e i craker di lingua inglese ci sono proprio loro, i russi.

 

Il documento (qui il link per la lettura) è stato stilato a partire dal numero di denuncie arrivate alla polizia tra il 2010 ed il 2011 e di fatto potrebbe già di per sé essere considerato limitato nei risultati (vedi l’infographic relativo al rapporto). Da questo si apprende che il 36% dei mercato dello spam, del phishing e delle truffe online ha origine in Russia, per un valore di 2,3 miliardi di dollari. Dato da considerare parziale, perché relativo al solo territorio russo. Se ci aggiungiamo anche il lavoro svolto all’esterno della madre patria si arriva ad un totale di 4,5 miliardi di dollari, con un aumento di ricavi illeciti di circa 2 miliardi nel 2011.

 

La mafia russa ha quindi intensificato i suoi sforzi, raggiungendo il secondo posto della classifica dei Paesi con il maggior tasso di corruzione ed illegalità digitale. Dopo il mercato angolofono, che rappresenta il 40% della criminalità informatica mondiale, ci sono proprio i russi che balzano al secondo posto con il 36%, più indietro i cinesi con il 18%.

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