VINTI
Nella vita di tutti i giorni l’utilizzo del computer e dei diversi device di connessione alla rete ha ampliato orizzonti affettivi, sociali, professionali ed economici come mai prima nella storia. A mancare, però, è un’adeguata conoscenza del mezzo tecnologico e un’idea concreta di cosa sia davvero la società digitale e dell’informazione, quali siano i fini perseguibili e gli strumenti a disposizione.
Un problema la cui risoluzione necessità sia di un intervento energico da parte delle istituzioni, nazionali ed europee, sia di un maggior numero di persone che sappiano gestire le diverse piattaforme di comunicazione elettronica e l’enorme traffico dati da esse generato. Parliamo di persone di ogni età, non solamente di nativi digitali, ma soprattutto gli over 45. In un nuovo Rapporto Eurostat, ‘Computer skills in the EU27 in figures‘, presentato durante l’evento E-Skills Week 2012, è riportato che il numero di coloro che hanno una laurea in scienze informatiche è il 3,4% del totale dei laureati, in diminuzione rispetto al 4% del 2009.
Una situazione giudicata grave, che vede l’Italia e la Romania fanalino di coda con rispettivamente l’1,3% e lo 0,9%. Nel nostro caso il dato, di per sé negativo, segna anche un aumento dell’1,1% sul 2005. Il 90% dei giovani italiani, tra i 16 e i 25 anni, ha comunque utilizzato almeno un computer durante il 2011 (media UE 96%), mentre tra i più grandi (16 – 74 anni) sono il 61% (media UE 78%).
Dati sempre sotto la media, che fanno riflettere su quello che è il nostro stato di alfabetizzazione informatica evidentemente molto arretrato rispetto ai nostri colleghi europei. Eurostat ci dice inoltre che i nostri cittadini, giovani ed adulti, si trovano indietro rispetto la media dell’Unione europea a 27 Stati anche per: gestione dei file digitali, conoscenza e uso di linguaggi di programmazione e utilizzo di fogli elettronici per presentazioni.