VINTI
Si allargano improvvisamente le maglie della censura cinese ed in molti ne approfittano per invadere Google+ e Facebook. A quanto riferiscono la Reuters e il blog high-tech Mashable, diverse centinaia di utenti internet cinesi hanno raggiunto tutti insieme, durante questi gironi, il profilo di Barack Obama su Google+, lasciando messaggi e commenti, ed il social network di Mark Zuckerberg aprendovi numerosi account.
Il fatto è che l’accesso alla piattaforma di Google in Cina, come anche YouTube, lo stesso Facebook e Twitter, è bloccato da tempo per volontà di Pechino. La cortina digitale che il Governo cinese ha alzato, per dividere il proprio popolo da internet, era ritenuta inattaccabile fino ad ora, se non utilizzando tecniche di sabotaggio informatico sempre molto complesse, costose e rischiose.
I motivi che hanno determinato la falla nel sistema di filtraggio in rete non sono ancora chiari, al momento, mentre sono diverse le segnalazioni provenienti dagli stessi blogger di numerosi utenti che sono riusciti a passare il firewall governativo e ed accedere a blog, siti di microblogging e social media tutti vietati nel grande Paese asiatico.
Ogni anno sono milioni i siti web che vengono inseriti da solerti funzionari nella black list di Pechino, con la scusa di impedire l’accesso degli utenti a pagine su cui vengono pubblicati contenuti pornografici e offensivi i valori culturali del popolo cinese.
Così, per la prima volta dopo molto tempo, un considerevole numero di internauti di quel Paese è riuscito a superare la barriera della censura. Di poche ore fa, però, la notizia, proveniente sempre dalla blogosfera, che Facebook, Twitter e YouTube sono di nuovo inaccessibili dalla Cina.
Una terra che ha già registrato il più alto numero di utenti di internet al mondo, quasi 600 milioni, con oltre 230 milioni di utenti di siti di microblogging, tra cui Sina Weibo (ma filogovernativo), che al momento non può esprimere tutte le sue potenzialità in rete per delle drastiche decisioni prettamente politiche prese dal suo stesso governo.