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Vietati in Cina gli spettacoli e i serial televisivi stranieri durante la fascia in prime time. Lo ha deciso la SARFT , l’Autorità cinese per le trasmissioni radiotelevisive (The State Administration of Radio, Film and Television), dichiarando non trasmissibili tali contenuti in tv tra le 19,30 e le 22,00.
In più, tali spettacoli non potranno in nessun caso superare i 50 episodi in totale, ne andare oltre la quota giornaliera del 25% rispetto la programmazione totale. Lo riporta oggi il China Daily Newspaper spiegando quelle che sono le motivazioni ufficiali addotte dall’Autority: “Con l’obiettivo di migliorare costantemente la qualità dell’offerta televisiva, eliminando tutti quei contenuti caratterizzati da violenza e volgarità“.
Gli show televisivi stranieri che comunque avranno la possibilità di andare in onda sulle televisioni cinesi dovranno prima essere controllati da una commissione costituita ad hoc dal SARFT, che ne dovrà valutare la qualità del messaggio e la rispondenza ai parametri culturali e sociali richiesti dal Governo di Pechino.
Una sorta di censura applicata alla televisione e che in molti considerano estensione di quella già adottata sul web e i giornali. La gran parte degli show televisivi e dei serial, a cui milioni di utenti in tutto il mondo si sono appassionato, arrivano in Cina via Hong Kong, Taiwan, Corea del Sud e Thailandia. Porte d’accesso di quelli che il presidente cinese Hu Jintao considera tout cuort strumenti di colonialismo culturale utilizzati da potenze straniere per conquistare il grande Paese asiatico.
Molti di questi programmi hanno particolare presa tra i più giovani e il Governo di Pechino non può permettere che le nuove generazioni crescano sotto l’influsso di messaggi e contenuti che mettano in seria discussione l’ordine culturale, sociale e politico costituito in Cina. Proprio per questo motivo, l’Autority ha di recente oscurato un’emittente locale che passava in tv serial americani, con la giustificazione di aver sforato il tetto di programmazione giornaliero, ma in realtà proprio per il forte appeal che questi contenuti dimostravano di avere sui giovani e i giovanissimi.