MEDIA: raccolta pubblicitaria crolla del 60%, tv e giornali greci a rischio chiusura

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VINTI

Crisi nera per l’informazione greca, con centinaia di licenziamenti, dimezzamenti dei ricavi, aumento dei costi operativi e, soprattutto, il crollo totale della raccolta pubblicitaria. A lanciare l’allarme è il presidente dell’Ordine dei Giornalisti greco, Dimitris Trimis, che in un’intervista ha fatto un drammatico appello al Paese intero: “Stiamo morendo, qualcuno ci aiuti, siamo molto preoccupati per quello che potrà succedere nel nuovo anno“.

 

La causa di tanta paura è nella caduta delle entrate per televisioni, giornali e radio dei proventi pubblicitari, fino ad un 60% in meno rispetto all’anno scorso. La gravissima crisi economica in cui il Paese ellenico versa, la recessione, il rischio bancarotta dello Stato e la paralisi del mondo bancario hanno fatto il resto.

 

I segni visibili di tale situazione di dissesto finanziario delle emittenti radiotelevisive e dei giornali, si legge un articolo dedicato da Ign, sono nella bancarotta di alcune testate storiche come Apogevmatini e Eleftherotypia, nonché nel ‘blackout’ di altre emittenti private molto popolari come Alter, che da metà dicembre ormai non trasmette nessun programma e non paga gli stipendi ai dipendenti.

 

Molti altri media privati mostrano ormai gli stessi sintomi di sofferenza, con i palinsesti che mandano in onda vecchie serie tv e lunghi periodi di inattività. Stesse sorti per le stazioni radio. Intanto, comunica l’OdG ellenico, sono in sciopero anche i giornalisti della tv pubblica Ert per protestare contro la chiusura di una delle tre reti e di alcune sedi locali.  

 

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