VINTI
Forse non è un caso che negli ultimi giorni un po’ meno di spam ha intasato le nostre caselle di posta elettronica. Potrebbe, infatti, essere uno dei primi risultati concreti dell’imponente operazione anti-contraffazione di farmaci illegali venduti in rete. Secondo quanto riportato da diversi giornali online, tra cui Pcworld.com, l’offensiva online avrebbe avuto come prime conseguenze il sequestro e la rimozione sul web di oltre 2,3 milioni di prodotti farmaceutici contraffatti, tra cui molti antidepressivi, di cui negli Stati Uniti e in gran parte d’Europa si fa largo uso, ma anche antibiotici, steroidi, medicine per l’artrite, farmaci anti-obesità e smart drug per sballi giovanili.
La retata ‘virtuale’ ha riguardato il web in 81 Paesi, per un valore complessivo di 6,3 milioni di dollari, portando all’arresto di 55 persone sospettate di far parte di diverse organizzazioni dedite a tale traffico illegale e alla somministrazione di farmaci senza licenza medica. Solo negli Stati Uniti sono state sequestrate 60 mila pillole di Viagra per un valore di circa 1 milione di dollari. Sul territorio americano le operazioni sono state coordinate da diverse istituzioni e uffici governativi, tra cui: National Intellectual Property Rights Coordination Center, U.S. Immigration and Custom Enforcement’s (ICE), Homeland Security Investigations, U.S. Customs and Border Protection, U.S. Food and Drug Administration e l’FBI.
L’azione condotta delle polizie di mezzo mondo, sotto la guida dell’Interpol, denominata ‘Pangea IV’, ha ricevuto anche il plauso di Kunio Mikuriya, segretario generale della World Customs Organization, un’associazione internazionale di consumatori, che ha affermato: “Pangea IV ha inferto un duro colpo alla criminalità organizzata e le sue reti per la vendita di medicine contraffatte, sempre più spesso una minaccia alla salute dei consumatori”. Gli fa eco Ronald K. Noble, segretario generale dell’Interpol: “Internet non è la terra senza legalità e controllo che qualcuno vagheggia, questa operazione interforze ha dimostrato che la legge c’è e va fatta rispettare, anche in rete, soprattutto quando in gioco c’è la sicurezza e la vita delle persone“.
Un mercato nero di farmaci che, nonostante l’impegno delle Istituzioni di tutto il mondo, cresce al crescere della rete e del numero di utenti connessi. Per avere un’idea delle dimensioni del fenomeno criminale che, lo ricordiamo, colpisce prima di tutto la sicurezza e la salute del cittadino, la scorsa estate Google ha dovuto sborsare 500 milioni di dollari per chiudere una causa, con il Governo americano, intentata proprio per impedire la pubblicizzazione illecita di medicinali sul più grande motore di ricerca di internet.