MEF: Renato Brunetta scrive a Giulio Tremonti, ‘Dare pieno corso alle innovazioni del CAD’

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VINTI

Ancora una lettera di sollecito inviata dal ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, al collega ministro Giulio Tremonti alla guida del ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). Questa volta, si legge in una nota del ministero per la PA, relativa all’applicazione anche all’amministrazione economico finanziaria della riforma del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD), approvata con decreto legislativo n. 235 del 30 dicembre 2010.

«Venendo incontro alla tua richiesta di valorizzare la specificità delle funzioni esercitate dal Mef – ha specificato Brunetta nella sua lettera – è stata inserita nell’articolo 2 di tale decreto legislativo una disposizione che rimetteva a successivi DPCM la fissazione dei limiti e delle modalità di recepimento della novella. Un primo DPCM è stato adottato per l’Agenzia delle Entrate il 2 marzo 2011 ed è quindi operante. Per le strutture ministeriali e per le altre agenzie un secondo decreto, già registrato dalla Corte dei conti, è ormai in via di pubblicazione“.

Dopo quasi un anno dall’approvazione della riforma e dopo che sono stati definiti gli opportuni adattamenti – ha infine osservato il ministro della Pubblica Amministrazione – voglio sottolineare l’esigenza che a così rilevanti innovazioni sia dato pieno corso anche nell’Amministrazione finanziaria sia per quanto riguarda l’organizzazione interna sia per quanto riguarda i rapporti con le altre amministrazioni, i cittadini e le imprese».

Il nuovo CAD, il Codice dell’Amministrazione Digitale, costituisce il secondo pilastro su cui si basa il processo di rinnovamento della Pubblica Amministrazione, insieme al Decreto legislativo n. 150/2009 (“Riforma Brunetta“) che ha introdotto nella PA principi di meritocrazia, premialità, trasparenza e responsabilizzazione dei dirigenti. Con il nuovo CAD, ha più volte ribadito Brunetta, l’amministrazione digitale non è più soltanto una ‘dichiarazione di principio’. Forti infatti delle esperienze maturate in questi anni, il nuovo Codice introduce un insieme di innovazioni normative che vanno a incidere concretamente sui comportamenti e sulle prassi delle amministrazioni e sulla qualità dei servizi resi.

La riforma dovrebbe così rendere effettivi i diritti per cittadini e imprese, parallelamente agli obblighi per la PA, assicurando gli operatori circa la validità, anche giuridica, dell’amministrazione digitale. In coerenza con il Piano eGov, l’orizzonte temporale di attuazione della riforma, secondo quanto ancora si legge scritto nel sito Innovazionepa.gov.it, rimane fissato per il 2012.

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