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Sono passate sole due settimane dal lancio di Spotify negli Stati Uniti e già arriva la prima causa in tribunale per il servizio di music streaming europeo, grazie alla causa presentata da PacketVideo. Neanche il tempo di godersi i primi 80mila iscritti paganti al servizio che iniziano le strategie dei competitor per mettere i bastoni tra le ruote della nuova piattaforma appena lanciata in America.
Al centro della vicenda giudiziaria c’è il servizio di streaming online di brani musicali, ovvero lo standard tecnologico che consente la distribuzione digitale di musica in rete. Secondo l’azienda californiana, che si occupa di sviluppare software per soluzioni wireless multimediali, compreso il segmento mobile, Spotify si è resa colpevole di aver violato il brevetto di cui fa uso dalla fine degli anni Novanta del secolo scorso e di cui però è proprietaria solo dal 2008.
Una causa singolare nell’oggetto perché, quando PacketVideo ha cominciato ad utilizzare tale tecnologia, lo streaming online ancora non era così sviluppato nel 1998-1999 e certo non si immaginavano quanto elevato sarebbe stato il consumo di contenuti audiovisivi in rete.
PacketVideo ritiene che: “Attraverso la distribuzione di musica online Spotify si è resa colpevole di aver infranto un brevetto di proprietà“. Implicitamente la causa si potrebbe estendere a qualsiasi altra azienda che offra servizi di streaming online per musica e video, quindi anche Pandora in un secondo tempo.
Sicuramente PacketVideo è stata forse la prima impresa del web a lanciare un servizio di musica in streaming su rete mobile, ma l’acquisizione dei diritti sul brevetto è avvenuta solo un paio di anni fa. Le intenzioni dell’azienda di San Francisco sono quelle di colpire Spotify, ultima arrivata, per garantirsi facili guadagni da tutte le altre piattaforme di streaming online che vogliano continuare a fare affari sul mercato.
Il brevetto è molto generico e riguarda il sistema di distribuzione di contenuti in rete tramite tecnologia streaming che, a guardare bene la definizione standard, riguarda praticamente, nella sua generalità, tutti i device di connessione alla rete, dal telefono al Pc, dalla console al tablet. Un argomento che sicuramente farà discutere molto, ma che si spera venga regolato in maniera equilibrata e sensata, vista l’enorme posta in gioco in termini di business e futuro sviluppo dei servizi online multipiattaforma.