VINTI
La scorsa settimana un numero imprecisato, ma comunque molto elevato, di sviluppatori indipendenti di applicazioni per sistema operativo iOS di Apple ha ricevuto messaggi piuttosto aggressivi da parte della Lodsys LCC. Nei messaggi si leggeva in maniera esplicita l’invito a pagare per lo sfruttamento illecito di tecnologie, secondo i legali della Lodsys, entro 21 giorni dall’avvenuta notifica, pena l’avvio di causa legale.
Gli sviluppatori, alla lettura del messaggio, hanno reagito nei modi più diversi, comprese delle risposte molto energiche, a cui i vertici della società texana di licencing hanno dato spiegazioni sul proprio blog ufficiale. Nelle risposte la Lodsys ha messo nero su bianco la volontà di voler difendere i propri interessi e di proteggere i brevetti di sua proprietà. Una questione di legalità, quindi, non di meri profitti.
Per far questo la società americana ha chiesto a chiunque faccia uso della tecnologia brevettata con il numero 7,222,078 di pagare una tassa dello 0.575% sui guadagni derivati dallo sviluppo di una determinata applicazione. In molti hanno sottolineato il fatto che la Lodsys avrebbe dovuto rivolgersi alla Apple, in questo caso, piuttosto che a sviluppatori indifesi e che difficilmente potrebbero rispondere per vie legali contro un’azienda di un certo peso.
La risposta, anche in questo caso, non si è fatta attendere e i legali della Lodsys hanno dichiarato che società come Apple, Google o Microsoft hanno già pagato per poter utilizzare la tecnologia in questione. Lo 0,575% non è una misura così grande su una singola app, ma le applicazioni sono centinaia di milioni e allora diventa lampante che i soldi in gioco sono davvero tanti. Non sarà mero profitto, ciò che ha dato inizio ha questa strana vicenda, ma ci si avvicina di molto.