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ICT: Asstel, ‘47% giovani usa Pc qualche volta, il 70% è autodidatta’

VINTI

L’Italia è sempre più digitale, si sente dire spesso in occasioni di convegni e manifestazioni dedicate all’Information & Communication Technology, ma è sui dati che bisogna ragionare non sulle parole. Se è vero, ad esempio, che il 60% degli occupati usa tecnologie digitali e il 73% dei docenti scolastici ne fa un uso classificato come avanzato, è anche vero che il 47% dei giovani italiani accende il Pc una volta ogni tanto e che il 70% dei ragazzi è praticamente autodidatta digitale.

Sono alcuni dei numeri presentati stamattina al convegno “Internet cambia il lavoro“, organizzato da Isfol e Asstel – Assotelecomunicazioni presso la Camera dei Deputati, che ci consente di esaminare lo stato della diffusione delle tecnologie digitali in Italia e il livello di competenze informatiche di professionisti e cittadini divisi in fasce di età.

Il risultato non è del tutto negativo, ma evidenzia la mancanza di piani di formazione informatica e un utilizzo del Pc ancora intermittente e finalizzato a poche attività in rete e fuori rete. Inoltre, si legge nella nota riportata dall’Ansa, è chiaro che siamo ad un livello di conoscenza dei mezzi di comunicazione elettronica ancora troppo superficiale e non favorevole allo sviluppo nel Paese di nuovi mercati e modelli di business sostenibili per le aziende.

Se questo è il livello medio delle competenze informatiche è quindi difficile introdurre in Italia nuovi business e nuovi modi di immaginare il lavoro, come il lavoro da remoto o telelavoro. Il presidente si Asstel, Stefano Parisi, ha dichiarato a riguardo: “Un ulteriore limite allo sviluppo di nuovi mercati lavorativi è anche rappresentato da un quadro normativo concepito in maniera analogica, come lo Statuto dei Lavoratori, all’articolo 4, che vieta il controllo a distanza del lavoratore“. “Su questi temi – ha spiegato Parisi all’Ansa- Asstel è impegnata a collaborare con i sindacati per arrivare a una corretta e attuale applicazione della norma, con l’obiettivo di permettere al Paese di sfruttare le nuove tecnologie anche in settori nuovi di sicuro impatto positivo sull’economia nazionale“.
 

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