VINTI
La pirateria informatica è una piaga che affligge l’intera industria del software, ma non nello stesso modo in tutto il mondo e non nella stessa misura per tutte le aziende produttrici. In Cina praticamente 4 software su 5 sono contraffatti e a denunciarlo stavolta è Steve Ballmer in persona davanti ai suoi dipendenti in una sede americana.
“In Cina si vende un numero di personal computer che ormai equivale a quello degli Stati Uniti – ha sottolineato il CEO di Microsoft in un articolo del Wall Street Journal – ma i ricavi dal mercato software, in quel paese, sono pari a meno di un ventesimo di quelli americani, un sesto circa dell’India e ancora più bassi del fatturato che facciamo in Olanda, che ha una popolazione di 17 milioni di persone“.
Nel 2012, secondo i dati forniti da IDC, in Cina si venderanno più Pc che negli USA e questo è un dato da una parte positivo, dall’altra estremamente pericoloso per il mercato dei software, a meno che il Governo cinese, come chiede Ballmer, non si impegni seriamente per fermare la pirateria informatica. Le spedizioni di hardware in Cina sono aumentate del 12% quest’anno a 71 milioni di unità, contro 75 milioni degli USA. Praticamente siamo quasi al pareggio già nel primo semestre del 2011.
La pirateria informatica non è solo un reato, ma ha un costo per il mercato e l’industria di riferimento. Un Rapporto redatto proprio dal Governo di Pechino dimostra quanto questa attività criminale danneggi l’economia mondiale, per un valore stimato attorno ai 20 miliardi di euro annui.
Ballmer si dice preoccupato per il trend negativo, ma allo stesso tempo fiducioso che il dialogo aperto a gennaio di quest’anno, tra USA e Cina, possa portare a dei buoni frutti anche per il mercato del software e sul fronte della tutela della proprietà intellettuale.