SPOTIFY: cambia il piano strategico, meno musica gratuita e più business

di Flavio Fabbri |

VINTI

Il più grande servizio europeo di musica gratuita in rete ha deciso di ridurre l’offerta streaming di brani e di pensare concretamente al business. Secondo fonti molto vicine a Spotify, l’azienda avrebbe deciso il taglio del 50% delle 20 ore di free music disponibili per i suoi utenti, affinché il suo servizio ‘freemium‘ passi il più velocemente possibile ad un servizio ‘pay‘.

Sono circa 10 milioni le canzoni offerte oggi in streaming gratuito al pubblico di Spotify, che è ancora una piattaforma mista, a metà strada tra il free e il pay, ma che deve accelerare con il passaggio agli abbonamenti Spotify Premium e Unlimited, perché i soldi da versare nelle casse delle label discografiche per le licenze sui brani sono tanti e soprattutto sono costi molto ingenti.

Il rischio è che dei 10 milioni circa di utenti registrati sulla piattaforma, di cui oltre 1 milione già pay, molti decidano di abbandonare il servizio nei prossimi giorni. Il popolo della rete è ancora abituato a sentire musica senza pagare e se non c’è Spotify è in grado di trovare tranquillamente un altro fornitore di servizi free.

La società, nata in Svezia nel 2006 e presente in quasi tutta Europa, è oltretutto in procinto di entrare nel mercato Americano. Sono due anni che è in trattativa con le etichette USA e che cerca di tranquillizzare i player del settore innervositi dalla possibilità che tale servizio possa stravolgere il dominio di siti come iTunes e Rhapsody. A quanto pare, Spotify sarebbe riuscita a strappare contratti negli Stati Uniti alla Sony, alla EMI e all’Universal, mentre le trattative sono ancora in corso con la Warner.

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