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CANON: terremoto in Giappone ferma la produzione, crollano gli utili dell’11%

VINTI

Dopo la spaventosa scossa di terremoto che ha sconvolto il Nord Est del Giappone l’11 marzo 2011 e le altre di assestamento che sono seguite, molte delle principali aziende di telecomunicazione e informatica dell’isola hanno registrato seri danni agli impianti. In diversi casi sono stati così ingenti da fermare la produzione, determinando forti perdite economiche per mancati rifornimenti ai reparti vendita in tutto il continente asiatico.

Parliamo di giganti delle Tlc e dell’elettronica di consumo come Canon, Sony, Nikon, Fujitsu, NTT DoCoMo e KDDI, che a più riprese hanno fermato gli impianti in tutto il Giappone, con gravi ripercussioni su quelli che sono stati i dati del primo trimestre 2011.

Canon, una tra le maggiori produttrici mondiali di fotocamere digitali, videocamere e stampanti multifunzione, ha reso pubblici in questi giorni i risultati del primo trimestre dell’anno in corso e i dati riflettono la situazione di emergenza che vive il Giappone intero. I ricavi sono crollati dell’11% e l’azienda ha annunciato l’intenzione di azzerare tutte le stime prodotte di recente sui prossimi mesi, in relazione a margini di guadagno e profitti.

Il costo del terremoto per la Canon, in poco più di un mese, è stato di 314 miliardi di yen per vendite mancate e di 198 miliardi di yen per danni operativi. “Le conseguenze negative dei fermi alla produzione, avvenute nei giorni scorsi a causa del terremoto, potrebbero avvertirsi anche fino a maggio“, ha spiegato a Bloomberg Yukihiro Goto, analista di Macquarie Group a Tokio.

Soprattutto la fornitura a tantissime aziende globali, quindi europee, di componenti elettroniche per camere fotografiche e telecamere digitali potrebbe risultare irregolare ancora per molto tempo. Nel particolare, in Europa, ha sottolineato un portavoce della Canon: “Le incertezze legate al terremoto in Giappone e alla crisi nucleare che ne è seguita, permarranno per molto tempo e il rialzo dei prezzi dei carburanti e di altre materie prime determinerà probabilmente un riacutizzarsi della crisi economico-finanziaria“.
 

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