eSECURITY: Governo iraniano dà il via alla ‘cyber war di Stato’ contro siti web nemici

di Flavio Fabbri |

VINTI

Il Governo iraniano ancora una volta spiazza la diplomazia internazionale annunciando, tramite le pagine del giornale filogovernativo Iran, la nascita di un’unità statale per la guerra informatica. Non solamente ha difesa delle risorse critiche del Paese, si legge nell’articolo, ma con funzioni di attacco preventivo contro chiunque si presenti come potenziale nemico dell’Iran.

A spiegare in che modo lavorerà il nuovo gruppo di fuoco cibernetico è intervenuto il generale della milizia paramilitare della Repubblica Islamica Basij, Ali Fazli, che ha mostrato i componenti dell’unità e gli strumenti di cui disporranno. Tra coloro che sono stati reclutati e che già sono al lavoro troviamo docenti e studenti universitari, membri del clero e agenti speciali 2.0.

Chi sia il nemico o i nemici su cui concentrare l’attenzione Fazli non l’ha detto, ma è ormai ufficiale che c’è una guerra informatica in corso e che potenzialmente potrebbe riguardare il mondo intero. La nuova unità di cyber combattimento segue l’istituzione a gennaio della Polizia cibernetica di Stato, nata a sua volta a seguito dell’attacco informatico subito dal Paese mediorientale dal temibile virus Stuxnet.

Noi abbiamo il dovere di rispondere ai continui attacchi informatici che governi stranieri mettono in pratica ogni giorno – ha dichiarato alla Radio stamattina Ali Fazli – e la neonata formazione di esperti del web del Basij è la nostra diga difensiva contro il nemico online“. Il generale, quindi, parla apertamente di una guerra mondiale sul web che vede coinvolto anche il suo Paese. Una guerra ‘soft‘ l’ha definita, ma che certamente alza di molto il livello di preoccupazione per quello che evidentemente sta accadendo in Internet e di cui siamo in gran parte all’oscuro.

D’altronde, proprio negli ultimi mesi tutte le potenze mondiali hanno dato vita ad unità simili a quella iraniana, per lo meno ispirate dallo stesso monito: aumentare le difese nazionali per far fronte ad attacchi informatici di vasta portata e dalle conseguenze catastrofiche per le infrastrutture critiche di ogni Nazione. Un segnale ineludibile che una nuova fase di conflitti sta prendendo il via in tutto il pianeta e di cui sempre più spesso sentiremo parlare anche sui media.

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