VINTI
I ricercatori dell’Università della California hanno reso pubbliche alcune ricerche molto particolari sul come virus e malware di nuova generazione possano in modi fin’ora sconosciuti arrivare anche ad infettare le nostre automobile. Dopo due anni di lavoro e test in laboratorio, gli studiosi di San Diego hanno sciolto gli indugi e annunciato i risultati: “Ci sono un gran numero di modi per i cracker di accedere ai sistemi computerizzati di controllo dei veicoli a quattro ruote, dal sistema bluetooth a quello di rete mobile integrato nella macchina, fino all’ascolto di musica digitale su diversi supporti, dal Cd all’USB“.
Tra le varie possibilità quella che sicuramente colpisce di più gli utenti è lo sfruttamento da parte dei criminali informatici dei più comuni supporti per l’ascolto di musica, come il classico Cd o le pennette USB. Basta infatti iniettare codice malevolo in un compact disc per infettare la macchina e controllarne accensione, sicurezza, blocco porte, funzionamento dei freni, gestione del tachimetro e molte altre funzioni fondamentali.
Nonostante diverse case automobilistiche parlino ormai apertamente di Internet in macchina in un futuro molto vicino, il modo più semplice oggi per iniettare codice malevolo in un’autovettura, affermano i ricercatori universitari, è scaricare brani dalla rete illegalmente o tramite P2P. La musica è un viatico formidabile per trojan e altri virus, perchè nessuno pensa che una canzone possa permettere a dei criminali di accedere al controllo della nostra autovettura.
Un esempio della pericolosità costituita da tali malware ‘mutati’ dal web ad altri ambienti, come appunto una macchina, è l’uso che ne potrebbero fare i ladri. Una volta infettata la macchina con un trojan, questo potrebbe segnalare ai criminali la posizione del veicolo quando fuori casa e magari, sempre da remoto, fare in modo che il veicolo si blocchi in una qualsiasi parte della città ‘intrappolando’ i suoi proprietari, mentre la casa viene tranquillamente svaligiata.
Ma tale utilizzo potrebbe anche diventare un lavoro di service da offrire sul mercato nero della criminalità organizzata, in cui qualcuno offre un servizio di craking a ladri specializzati o a qualsiasi altro criminale per i più svariati fini delinquenziali. Non è una cosa semplice, spiegano dall’Università della California, perchè le autovetture non sono dei pc o altri apparecchi elettronici connessi alla rete, ma visto il trend di digitalizzazione integrale delle macchine, che nei prossimi anni potrebbero essere commercializzate in gran numero, c’è sicuramente da stare molto attenti.