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eSOCIETY: in Egitto scompaiono blogger, su Googledocs la raccolta delle segnalazioni

VINTI

Mentre il contestato presidente egiziano Hosni Mubarak ha chiesto formalmente al suo governo di aprire il dialogo con le opposizioni in Parlamento, dalla piazza non accenna a diminuire l’ondata di protesta che da giorni infiamma il Paese. Le ambasciate di diversi Paesi hanno invitato i propri connazionali ad abbandonare l’Egitto e sono già 150 i morti ufficiali, anche se si teme siano molti di più visto il gran numero di dispersi.

Tra questi anche moltissimi blogger egiziani, militanti antigovernativi che sul web avevano dato voce alla protesta e alla voglia di cambiamento espressa dalla gente comune, le cui foto identificative sono oggi online su Googldocs. Un modo per cercare di raccogliere segnalazioni e indicazioni sul loro possibile destino, visto che da giorni molti di essi sono scomparsi dalle loro abitazioni e dai loro abituali blog.

Più di dieci persone le cui schede biografiche sono state rese pubbliche per cercare di mobilitare amici, parenti e chiunque possa fornire informazioni utili al loro ritrovamento. Si teme, infatti, che siano stati vittime della polizia segreta egiziana o di agenti dei servizi segreti. Da giovedì e, più in generale da venerdì scorso, in Egitto non è possibile accedere a siti di blogging, social networking e microblogging, fino al blocco totale di Internet e delle comunicazioni mobili dello scorso weekend.

È notizia di ieri, inoltre, che dalla Cina non è possibile utilizzare la rete dei siti di microblogging locali per fare ricerche sull’Egitto o per avere informazioni su cosa stia accadendo in quel Paese. Lo affermano dei messaggi comparsi su Twitter, in cui si conferma che siti cinesi molto popolari come Sina.com e Sohu.com se interrogati sull’Egitto rispondono: ‘la ricerca richiesta non ha prodotto risultati in nessun documento‘.

Un modo semplice, ma efficace, per impedire che le proteste in atto in diverse regioni del Nord Africa possano in qualche modo rinvigorire le forze democratiche e antigovernative, presenti in Cina e che da anni combattono il regime comunista al potere.
 

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