VINTI
Domenica notte, per diverse ore, il sito di Amazon non è stato accessibile in quasi tutta Europa. Secondo un portavoce della società americana si è trattato solo di “un guasto hardware alla rete di dati europea e non di un attacco informatico collegabile alla vicenda Wikileaks“. In effetti, tutti hanno subito pensato ad un bel DDoS attack, Distributed Denial-of-Service, ma a quanto pare non è stato così.
D’altronde Amazon era una delle compagnie che i cyber attivisti pro-Wikileaks, autonominati ‘anonymous‘, avevano messo sulla lista nera dopo che questa, assieme ad altre, aveva deciso di mettere fuori servizio i server che ospitavano i file immessi sulla rete da Wikileaks, seguendo i ‘consigli’ elargiti dal dipartimento nazionale di sicurezza e dal Senato USA.
Nei giorni scorsi, proprio per la questione spinosa di Wikileaks, la chiusura dei suoi conti bancari e l’arresto del suo portavoce Julian Assange, diversi siti web tra cui MasterCard e Visa, sono stati bersaglio di attacchi informatici molto pesanti. Gli attivisti Internet di Anonymous hanno inoltre affermato che presto porranno fine alla guerriglia informatica per dare più spazio ai cablogrammi in loro possesso, moltiplicando i canali di diffusione globale degli infuocati documenti.
Il problema di domenica notte ha coinvolto a più riprese il sito di Amazon in Spagna, Gran Bretagna, Francia e Germania, Paesi questi ultimi dove il numero di utenti che cercano annunci online è tra i più alti al mondo. Nessun fastidio, invece, sembra essere stato procurato alla piattaforma americana.