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La compagnia americana Netflix, specializzata nel servizio di noleggio di DVD e videogiochi via Internet e nell’offerta di contenuti televisivi e cinematografici in streaming online a pagamento, non piace molto a Jeffrey Bewkes, Chief Executive Officer di Time Warner. Il motivo? Netflix, a suo dire, “è un servizio a pagamento che per funzionare davvero deve offrire film e contenuti televisivi subito dopo la loro uscita al cinema o in Tv, altrimenti il rischio di svalutazione del loro valore intrinseco sul mercato è troppo alto“
Netflix, che oggi conta su circa 16 milioni di abbonati, ha raggiunto una grande popolarità a partire dal 2007, negli Stati Uniti d’America, grazie alla sua innovativa offerta di film e programmi Tv su Internet. Un business caratterizzato da un mix di offerta, sia in streaming online, sia spedendo i contenuti in Dvd o Blu Ray ai propri consumatori tramite il servizio postale. Una scelta non priva di rischi e con costi elevati.
Negli ultimi giorni la stessa Netflix, sul suo blog aziendale, ha annunciato alcuni cambiamenti nell’offerta multimediale: “Per venire incontro al crescente numero di utenti che vuole consumare contenuti direttamente su Internet e non ricevendoli via posta“. I costi di spedizione infatti sono aumentati per l’azienda e questo ha immediatamente creato perdite. “Ecco perché – ha affermato Bewkes, in occasione del Reuters Global Media Summit – sostengo che questa situazione possa determinare un problema di sostenibilità del modello di business aziendale sul breve termine. Proprio come è successo a Blockbuster, che nel giro di poco tempo si è vista costretta a chiudere centinaia di filiali in tutto il mondo, cadendo di fatto in banca rotta“.
Un parallelo forte, che però rende bene l’idea, di come un tipo di economia che magari ha funzionato per un certo periodo di tempo possa poi non essere più sostenibile. Le condizioni economiche possono mutare e se non si prendono nell’immediato delle contromisure si rischia di finire male. “E’ difficile pensare che questo tipo di business – ha sottolineato lapidario il CEO di Time Warner – possa reggersi su un servizio a pagamento che costa tra gli 8 e i 10 dollari al mese. È un’ovvia questione di matematica finanziaria“.