VINTI
“E’ raro vedere accadere certe disgrazie e tanto meno è possibile prevederle“, così ha parlato il responsabile del Dipartimento anticrimine svedese in relazione al suicidio, avvenuto in diretta online, di un ragazzo di 21 anni a Stoccolma.
Marcus Jannes, questo il suo nome, era un giovane affetto da autismo e aveva deciso di farla finita utilizzando l’insolita piazza del web. Il giovane era iscritto ad un social network molto popolare in Svezia, Flashback, e già dalle prime ore di lunedì ha cominciato a pubblicare post sulla sua volontà di togliersi la vita.
“Sono un ragazzo di 21 anni. La vita è stata buona con me, gli studi vanno bene, ho anche un appartamento e lo Stato mi sostiene economicamente … è semplicemente che non ce la faccio ad andare avanti. Vivere mi è troppo difficile“, con queste parole comunica al mondo, quello virtuale delle amicizie più o meno fittizie, la sua ultima volontà.
Durante il pomeriggio di lunedì 11 ottobre inizia a fotografare tramite web cam le fasi drammatiche della preparazione, con le pillole antipanico, la maglietta con su scritto ‘Just do it‘, celebre slogat Nike, fino al messaggio finale, senza ripensamenti: “Non posso dire altro che addio“.
A parte le considerazioni di rito, il dramma del suicidio e la difficoltà per molti giovani nelle condizioni di Marcus di socializzare e di comunicare col prossimo, ciò che colpisce è la fase preparatoria del suicidio e la lucidità con cui il ventunenne ha pubblicato la sequenze fotografica dei suoi ultimi attimi di vita, preparando anche un link FTP, con tanto di password, affinché il maggior numero di persone potessero assistere alla tragica performance online.
Anche in Italia, proprio ieri, è stata data la notizia di un evento simile, ma fortunatamente finito bene. Una donna di Torino, dopo aver letto il messaggio di suicidio su Facebook di un utente ‘amico’, ha chiamato immediatamente i Carabinieri, che prontamente sono intervenuti salvando un uomo di 33 anni. Ora la Svezia è sotto shock per l’accaduto, ma viene spontanea una semplice domanda: perché i tanti che erano online, in quegli incredibili attimi di follia, non hanno pensato di fare qualcosa?