VINTI
Era l’ottobre del 2009 quando Facebook, per la prima volta, dovette affrontare il problema dei suoi utenti defunti. Che fine fanno i profili in rete delle persone che muoiono nella vita reale? A quel tempo, il social network più grande al mondo, decise di congelare l’account dell’utente venuto a mancare, ma solo su segnalazione di parenti e amici con debite prove e certificazione. La pagina dello sfortunato utente in questione non veniva cancellata e restava aperta ai soli amici che di tanto in tanto avevano voglia lasciare un loro personale saluto.
Oggi il problema del profilo su Facebook degli utenti deceduti sembra essere tornato di attualità, perché in moltissimi casi sul newsfeed amici appare spesso il suggerimento di riprendere l’amicizia anche con chi purtroppo non c’è più. In tanti hanno lamentato una scarsa sensibilità al problema da parte di coloro che hanno messo a punto l’algoritmo. Genitori che hanno perso figli o viceversa non hanno nessuna voglia di vedere, con una certa frequenza, tali avvisi ‘macabri e dolorosi’ sulla propria bacheca online.
Per quanto il software di Facebook sia ormai in grado di gestire abbastanza bene i suoi 500 milioni di utenti e miliardi di operazioni quotidiane, certo non è semplice andare a scovare certificati di morte dei suoi tanti membri anziani o, più raramente, di giovani iscritti. Come ricorda ComScore, gli utenti over 65 di Facebook sono ormai 6 milioni e mezzo solo negli USa e con un tasso di mortalità molto alto, trovare una soluzione dignitosa al problema non sarebbe una cattiva idea.