VINTI
È quanto accaduto in Cina, nella provincia meridionale del Jangxi, dove un ragazzo di dodici anni è stato letteralmente incatenato in casa dal nonno con la motivazione che: ‘Rubava i soldi per andare agli Internet point, è un drogato di web’.
Probabilmente non bastava più la paghetta della settimana, per passare tutte quelle ore davanti al Pc dell’Internet cafè che abitualmente frequentava nelle vicinanze di casa. Gli stessi famigliari hanno denunciato l’accaduto alla polizia, mentre la foto del ragazzo in catene è apparsa sul quotidiano cinese Global Times.
Nel grande paese asiatico non è una novità vedere bimbi trattati in maniera poco ortodossa e soprattutto in conseguenza del loro rapporto morboso con i device di connessione alla rete. Da quando è esploso in Cina il fenomeno del web 2.0 e del social networking, infatti, sono diverse le storie di ragazzi e adolescenti alle prese con quella che chiamano l’Internet Addiction, o più semplicemente dipendenza psicologica da Internet.
Un fenomeno che ormai è considerato una patologia a tutti gli effetti dal Governo di Pechino, con tanto di centri di recupero e istituti specializzati, a cui si aggiungono però cliniche abusive e gli immancabili ‘rimedi’ più tradizionali, che ancora oggi sono in uso nelle zone arretrate della Cina. Proprio la televisione di Stato Cctv ha riportato nei giorni scorsi una vicenda analoga, di un bambino legato ad un palo per evitare che passasse troppe ore davanti al Pc. Secondo la testimonianza del padre scompariva per giorni da casa, pur di stare ‘on line‘.