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NGN: Corrado Sciolla (BT), ‘Prima risolvere il digital divide e poi pensare alla fibra’

VINTI

Prima di parlare di reti di prossima generazione (NGN) sarebbe meglio occuparci di digital divide e profondere maggior impegno nel far funzionare meglio quello che già c’è. Questo il messaggio in sintesi di Corrado Sciolla, ad di BT Italia, che in un’intervista al Sole 24 Ore ha espresso le sue opinioni sul tavolo convocato dal vice ministro Paolo Romani, assieme a Telecom Italia e gli operatori alternativi.

Secondo Sciolla: “Nel medio periodo, per l’Italia, è molto più importante superare il digital divide che avere una rete in fibra che oggi servirebbe a poco. Meglio rendere più efficace il network che c’e’ già, anziché portare la fibra a tutti“. Che poi ha aggiunto: “Dobbiamo puntare prima sulle aree metropolitane, per creare una rete in grado di raccogliere più traffico, e poi investire sul cloud computing, sulla possibilità di far migrare prodotti e servizi in remoto, fattori che determinano la vera evoluzione delle infrastrutture informatiche“.

Molto presto si utilizzeranno i computer come oggi gli altri elettrodomestici, cioè solamente quando ne avremo bisogno. Anche se questa affermazione presuppone, ha spiegato Sciolla, una maggiore coscienza dell’importanza del risparmio energetico e del nostro impatto sull’ambiente. Riferendosi infine all’AgCom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, l’amministratore delegato di BT Italia ha voluto stigmatizzarne il comportamento, a suo dire poco chiaro, in relazione alla diffusione della fibra ottica in Italia: “Da un lato spinge per lo sviluppo di una rete di nuova generazione e dall’altro permette a Telecom Italia di far crescere i prezzi dell’unbundling incentivando così la vecchia rete in rame“.

Problemi solo apparentemente diversi, che sono in realtà tutti posizionati su uno stesso orizzonte, quello delle reti di prossima generazione. Se non si risolve il digital divide è inutile passare ad una NGN, ma è vero anche il contrario. Ciò che bisogna avere ben chiaro è che i nostri maggiori partner europei stanno già procedendo alla sostituzione delle reti in rame con quelle in fibra o almeno hanno approntato dei piani precisi sul come precedere nei prossimi anni. Ce lo ha ricordato pochi giorni fa l’ex consulente del governo per la banda larga, Francesco Caio, che non ha potuto fare a meno di constatare le difficoltà di raccordo tra posizioni diverse che rimangono forti nel nostro paese.

 

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