VINTI
L’annuncio è arrivato da Mosca, in occasione della consegna del primo dominio in cirillico, da Rod Beckstrom, amministratore delegato di Icann, l’organismo che assegna gli indirizzi IP a livello mondiale, che senza mezzi termini indica lo standard IPV4 assolutamente inadeguato a sostenere le richieste crescenti di indirizzi Internet.
“A disposizione di aziende e delle imprese – ha specificato Beckstrom in un’intervista a Reuters – sono rimasti liberi non più dell’8% degli indirizzi IPV4 e contiamo di terminarli entro pochissimo tempo“. “La presenza sul mercato consumer di miliardi di device di accesso alla rete – ha spiegato l’ad Icann – ci lascia pensare che prima le imprese si spostano sull’IPV6 e meglio sarà per tutti, altrimenti ci troveremo di fronte ad un problema serio“.
Lo standard IPV4, infatti, ci ha permesso di gestire i ‘primi’ miliardi di indirizzi elettronici, ma ora non bastano più e l’IPV6 è l’unica soluzione a fronte di migliaia di miliardi di richieste di indirizzi previste da qui al 2020. A sostenere l’allarme lanciato da Beckstorm, c’è anche Hans Vestberg, ad Ericsson, che prevede per quella data almeno 50 miliardi di device di accesso in circolazione nel mondo.