FACEBOOK: una spina nel fianco chiamata privacy. Cresce il progetto Diaspora

di Flavio Fabbri |

VINTI

Se è vero che la passione per i social network è così travolgente da determinare in alcuni utenti una vera e propria dipendenza, è anche vero che sono sempre di più coloro che temono per la sicurezza dei propri dati sensibili e per la condotta di alcune aziende in termini di tutela della privacy.

È il caso di Facebook, ma non solo ovviamente, che negli ultimi tempi è finita più volte nel mirino delle autorità garanti della privacy e della rispervatezza dei dati su Internet di più Paesi e di numerosissime associazioni per i diritti degli utenti in rete. Ed ecco allora spuntare in questi giorni il progetto Diaspora, social network aperto e decentralizzato che dovrebbe essere lanciato a settembre.

Si tratta di un’idea diversa di rete sociale, basata su un concetto molto semplice e cioè che ogni utente sia messo in grado di gestire un proprio server personale, collegandosi direttamente agli altri utenti senza dover passare per un anello centrale. Ovviamente, come anticipato, non si può più vivere ormai senza social network e così gli sviluppatori hanno comunque previsto eventuali accessi agli irrinunciabili Facebook, Flickr o Twitter, ma controllandone ogni fase del processo.

Rispetto a pochi giorni fa, le operazioni di fund rising sembrano andare a gonfie vele e i donatori di Diaspora sono arrivato a sfiorare quota 4.800, per un totale di oltre 175mila dollari di finanziamento. La ricerca di sottoscrittori continuerà per altre due settimane e verrà portata avanti sempre dai quattro ricercatori della New York University che, attraverso il sito Kickstarter, non molto tempo fa avevano annunciato quello che sembrava un folle progetto e che ora pare poter realmente insidiare il re delle reti sociali, Facebook.
 

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