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Le nuove generazioni avanzano e sostituiscono quelle vecchie e, proprio come le tecnologie, anche negli ambienti per tradizione più conservatori e poco inclini ai cambiamenti, può accadere a volte che i due processi si svolgano in parallelo e si sovrappongono. Come riporta il Daily Telegraph, popolare quotidiano britannico, all’interno dell’intelligence di sua maestà, l’MI5, sarebbe in atto una rivoluzione tecnologica e generazionale che non ha eguali nella lunga storia dei servizi segreti del Regno Unito.
È stato proprio il direttore generale dell’organizzazione, Jonathan Evans, ha lamentare per primo una scarsa attenzione e propensione ai nuovi mezzi di comunicazione, come Personal Computer e Internet, da parte degli agenti più anziani.
Secondo Evans, molti degli agenti segreti vicini al congedo per anzianità non avrebbero la benché minima idea dell’importanza del web 2.0 o di saper utilizzare i nuovi dispostivi mobili di connessione alla rete, per non parlare di notebook e lap top.
Come annunciato lo scorso mese anche dall’FBI negli Stati Uniti, un dato molto interessante e allo stesso tempo preoccupante, è la maggiore attenzione riservata dalle organizzazioni internazionali di intellingence governativa verso i social network.
Secondo quanto riferito dal Daily Telegraph, tra i punti su cui lavorare messi sul tavolo dall’MI5, per svecchiare soprattutto gli skill degli agenti più vecchi, c’è proprio la conoscenza più approfondita delle reti sociali, del loro funzionamento e delle possibili evoluzioni future. Viene da chiedersi allora cosa ci sta a fare un agente dei servizi segreti di Stato su Facebook o MySpace. La risposta potrebbe essere spionaggio elettronico, ma in questo caso, sorge spontanea un’altra domanda: chi veglia sulla nostra privacy avrà anche gli strumenti più idonei per tutelare riservatezza e libertà di espressione degli utenti?