IRAN: arrestato il regista Jafar Panahi, Anac chiede manifestazione nazionale

di Flavio Fabbri |

VINTI

L’arresto del regista iraniano Jafar Panahi, da parte del governo di Mahmud Ahmadinejad, continua a destare sgomento e rabbia nel mondo del cinema, della politica e nella società civile. Così commenta l’accaduto il ministro dei Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi: “L’arresto del regista Jafar Panahi conferma che il regime iraniano ha imboccato la strada della repressione più brutale nei confronti di ogni espressione di libertà da parte dei giovani, delle donne e degli uomini di cultura“.

Tra le voci più critiche del regime iraniano, Panahi, regista premiato ai Festival cinematografici di Venezia, Berlino e Cannes, secondo quanto riportato dal sito dell’opposizione Jaras, è stato preso in custodia dagli agenti dei servizi di sicurezza, con la moglie e la figlia, nella notte scorsa tra l’1 e il 2 marzo.

A denunciare con forza l’accaduto è anche l’ANAC – Associazione Nazionale Autori Cinematografici – che ha lanciato un appello a tutto il mondo culturale e politico italiano: “Affinché venga organizzata una dimostrazione nazionale contro questo gravissimo attacco alla libertà di espressione e di offesa alla cultura mondiale“. Anche Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia, è intervenuto sull’arresto con un messaggio di stima e solidarietà: “Ho appreso dell’arresto del regista con molta tristezza. Uno dei più grandi artisti iraniani, che ha saputo raccontare al mondo con incredibile sensibilità la storia e la cultura millenaria del suo popolo“.

 

Non poteva mancare, tra le tante iniziative, la nascita di un gruppo di protesta su Facebook contro l’arresto del cineasta, col semplice nome di “Protestiamo per l’arresto del regista Jafar Panahi a Teheran“, che la momento conta quasi 3500 iscritti e con il fine ultimo di raggiungere il numero più alto di firme possibile per inoltrare una petizione al Governo e alla Presidenza della Repubblica perché protestino presso le autorità iraniane, in seno all’Unione Europea e all’ONU per l’arresto del regista.
 

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