INTERNET: presidente venezuelano Chavez chiede nuove regole per il web. Censura in agguato?

di Flavio Fabbri |

VINTI

È bastato che un blog in Venezuela riportasse alcune indiscrezioni sull’ipotesi di omicidio di uno dei ministri del governo di Ugo Chavez, poi rivelatesi infondate, che anche nel discusso paese sudamericano si iniziasse a parlare apertamene di nuove regole per Internet. Più che di leggi e norme di comportamento degli utenti, in molti temono che tale situazioni sia la scusa per imporre un vero e proprio bavaglio all’informazione online, con conseguenze serie per la libertà di espressione e di parola.

Internet non può essere qualcosa di aperto in cui si dice e si fa tutto. Ogni nazione deve applicare le sue regole e la sua normativa“, ha detto Chavez, riferendosi a simili posizioni espresse dal cancelliere tedesco Angela Merkel e altri leader europei. Poi, riferendosi al sito web incriminato per la falsa notizia, Noticierodigital, ha affermato: “Dobbiamo agire. Chiederemo aiuto al procuratore generale, perché questo è un reato. Ho informazioni che questa pagina periodicamente pubblica articoli che invocano un colpo di stato. Questo non può essere consentito“.

La libertà di espressione, anche quando si mostri eccessivamente provocatoria o deliberatamente offensiva, non può essere messa sotto censura o controllo rigido. Colpire chi sbaglia o diffonde false informazioni è sempre possibile, gli strumenti ci sono, altra cosa è sfruttare l’occasione per imporre censure. In Venezuela, come in ogni altra parte del mondo ormai, i siti di social networking sono molto frequentati dagli internauti locali, tanto da spingere l’opposizione al governo di Chavez ad utilizzarli come piattaforme di propaganda politica, tra cui anche i popolarissimi Facebook e Twitter.
 

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