VINTI
Chiusa la causa legale tra la mitica band dei Pink Floyd e la casa discografica EMI, con la sentenza a favore dei primi che invita la major a non rendere disponibili per il download, dal suo store online, tutti i singoli del gruppo inglese tratti da concept album. Una pratica artistica molto diffusa tra gli anni ’50 e ’80 del secolo passato, che poneva la nascita di un brano all’interno di una vera e propria storia in divenire, il cui senso era svelato alla fine da tutti i singoli pezzi messi assieme. I Pink Floyd, assieme ad altri celebri artisti, come Frank Sinatra, Frank Zappa e i Beatles, vi facevano spesso ricorso.
Ora, con la sentenza dell’Alta Corte di Londra, che per’altro ha escluso qualsiasi tipo di ricorso, il concept album tornerà ad esistere come prodotto unico e non scindibile, a differenza di quanto fatto fino ad ora dalla stessa EMI che ne pubblicava i singoli brani per il download sul web. Le conseguenze dirette, in termini di diritti d’autore, di questa disposizione giudiziaria non sono ancora noti, mentre sono state rese pubbliche le spese processuali a carico della EMI di circa 63mila euro.
Il sodalizio commerciale tra Pink Floyd ed EMI, che durava ormai da 40 anni, potrebbe così dichiararsi concluso, ma secondo rumors dell’ambiente, dopo che la major è stata acquisita da Terra Firma, sono in molti a non gradire più le sue politiche in termini di royalties e gestione dei contratti. Tra i gruppi d’oro che hanno rotto i rapporti con la EMI ci sono anche Radiohead, Queen e Rolling Stones. Secondo molti esperti del mercato musicale, si tratta di effetti collaterali inevitabili, dovuti proprio allo sviluppo incessante di Internet e del web 2.0.