VINTI
Non serve agitare lo spettro della censura o delle misure preventive per la messa in sicurezza della rete, sempre più oggetto di aspri dibattiti tra maggioranza, opposizione e associazioni per che si battono per la libertà del web.
Più che di misure censorie o Green Dam all’italiana, Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia, ha suggerito semplicemente: “L’urgenza di una legislazione internazionale in grado di contenere l’anarchia vigente ed il pattume digitale veicolato“.
Tutelare gli utenti, in special modo i giovani e giovanissimi, è questione di buone pratiche, di controllo parentale, di formazione e istruzione, dalle aule scolastiche agli ambienti famigliari. Secondo Marziale: “I bambini dovrebbero essere aiutati dalla scuola a diventare cittadini del web, per sfuggire ad una sudditanza troppo spesso inficiante il loro percorso di formazione emotiva e pedagogica“.
Quindi, ciò di cui ha bisogno il ragazzo è una “sana educazione al corretto utilizzo dei mezzi di comunicazione“, anche se l’Italia, sottolinea Marziale, “è in ritardo atavico circa l’adozione organica dell’educazione ai media come materia fondamentale“.