VINTI
Una nuova ricerca, stavolta pubblicata dalla Swinburne University di Melbourne, mostra i dati allarmanti relativi al ‘cybersesso‘ e ai suoi effetti sui rapporti interpersonali e di coppia. Secondo il ricercatore australiano, lo psicologo Marcus Squirrel, il sesso online determina una forte propensione dei soggetti coinvolti all’infedeltà coniugale, alla dipendenza da video pornografici e da chatline erotiche.
Delle 1325 persone coinvolte dall’indagine, tra eterosessuali, omosessuali o bisex, la maggioranza ha ammesso in media di passare 12-14 ore a settimana davanti a video porno o all’interno di chat line del sesso, con casi estremi anche di 10 ore ‘al giorno’. Gli utenti intervistati hanno affermato di praticare ‘regolarmente’ citi erotici, pornografici, feticisti e di chatting ‘adult only‘.
Tra gli effetti indesiderati di questi nuovi costumi digitali si ha un’infedeltà col proprio coniuge o compagno del 55% e incontri fisici dopo una conversazione online nel 65% dei casi. Le donne, in particolare, hanno evidenziato una propensione più che doppia rispetto agli uomini nell’uso ‘disinvolto’ della videocamera (cam-girl) e nel mandare eMail esplicitamente sessuali. Recentemente anche in Italia si è discusso di cybersesso, con l’allarme lanciato dall’assessore alla salute Gianpaolo Landi del comune di Chiavenna (Milano), per la sensibile diffusione tra ragazzi minorenni e ragazzini di video porno, chatline erotiche e prostituzione online, soprattutto in ambienti scolastici.
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