eSecurity: ‘Baia’ in crisi, rischi seri con i Torrent

di Flavio Fabbri |

VINTI

Non ci sono dubbi secondo il centro di ricerca Internet Security G-Data, la percentuale di file infetti scambiati in reti di file sharing e Peer-to-Peer (P2P) si è quasi triplicata in pochi giorni. Responsabili di tale ondata malevola online sono nel 90% dei casi i Bit-torrent, ovvero i tool più utilizzati in rete per scaricare video, film o file audio musicali.

 

Secondo molti analisti, tra cui gli esperti dei G-Data Security Labs, molto del codice malevolo nascosto nei torrent in download è da addebitarsi, anche se indirettamente, ai gravi probemi giudiziari del sito ‘The Pirate Bay’. Un indebolimento del più importante sito di file sharing illegale che ha avuto come conseguenza immediata la riorganizzazione veloce e quindi approssimativa delle reti P2P. In questa situazione, secondo lo studio, si sono inseriti criminali informatici e gruppi di cracker, con il risultato di un’ascesa vertiginosa dei casi di malware sul web.

Come spiegano dai G-Data Labs: “I torrent sono ormai diventati il mezzo preferito per scambiarsi file all’interno della community online. I vantaggi sono evidenti: grazie a un sistema di distribuzione decentralizzato una grande quantità di dati può essere scambiata velocemente in tutto il globo“. Quale migliore occasione per la criminalità informatica di diffondere codici maligni e con il minor spreco di energie possibile?
 

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