VINTI
L’Italia dei Valori del senatore Antonio di Pietro ha presentato nei giorni passati un disegno di legge che intende “abrogare le disposizioni che sanciscono l’obbligo di apposizione del contrassegno SIAE presenti nel nostro ordinamento e quelle che ricollegano al mancato adempimento di tale obbligo gravi e pesanti sanzioni di carattere penale“. Eliminando tale ‘bollino‘, sostiene l’IdV, la distribuzione di opere d’ingegno nel nostro Paese diverrà più agevole ed economica, tanto per i soggetti italiani che per quelli europei e sarà così possibile incrementare la circolazione di contenuti culturali.
L’oggetto in questione è un dispositivo risalente al 1941 e teso proprio alla protezione del lavoro d’ingegno e dei suoi frutti, uno strumento che anche la Comunità Europea e la Corte di Giustizia avevano già, a più riprese, indicato come poco utile e dannoso per la distribuzione stessa dei prodotti sul mercato. Ora un disegno di legge dell’IdV si pone come obiettivo la rimozione di questo “vetusto quanto inefficace strumento di protezione, inutile anche in chiave antipirateria” che solo “il nostro Paese, in compagnia di Romania, Grecia, Portogallo, ancora chiede ai fini della distribuzione di supporti contenenti opere dell’ingegno con l’apposizione di un’etichetta adesiva – il cosiddetto contrassegno o bollino SIAE – rilasciato, previo pagamento di un sostanzioso corrispettivo, dalla Società italiana autori ed editori“. Sarà veramente così?