VINTI
Calo dell’industria dei media nel primo semestre del 2009 con una ripresa nella seconda parte dell’anno sufficiente forse a riportare il settore in pari. Queste le fosche previsioni annunciate dal Gruppo britannico Wpp, il secondo più grande network di comunicazione al mondo, per il quale: “La prima metà del 2009 sarà difficile, soprattutto per media tradizionali come giornali, tv e soprattutto su mercati come gli Usa e l’Europa Occidentale“.
Le stime del calo nella prima parte dell’anno indicano una riduzione dei fatturati fra il 5 e il 10%, secondo alcuni non particolarmente allarmistiche. Più problematica, invece, appare la situazione per la carta stampata, che negli USA vede grandi testate storiche, come New York Times e Wall Street Journal, fare i conti con una crisi più forte e dai contorni poco chiari. Bene Internet, con un salto anche di 25 punti percentuale che si attesta a un 12%. La televisione rimarrà il medium più gettonato a livello mondiale, pur perdendo qualcosa e fermando la caduta al 25%.
Dal Rapporto di Wpp emerge chiaro inoltre che: “I fattori di crescita sono racchiusi nei mercati emergenti, dalla Cina all’India al Brasile fino al Vietnam, nei nuovi media basati su Internet, ‘consumer insight’, vale a dire sistemi di ricerca che consentano di tracciare esattamente il profilo e i gusti dei singoli consumatori“. Molte le perplessità sulla capacità di tenuta del mercato oltre il 2010: “Negli Usa– si legge nel comunicato stampa- come in Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Giappone e molti altri paesi, sono stati immessi nel sistema economico enormi risorse finanziarie. Qualcuno ha stimato che il pacchetto complessivo raggiunga già i 9.000 miliardi di dollari“. Misure forti che avranno inevitabilmente una decisa ricaduta in termini di sensibili aumenti di deficit e di debito. Le conseguenze possibili, su cui lo studio insiste, si misureranno anche con nuove tensioni inflazionistiche, aumenti dei tassi e riduzioni di spese per poter far rientrare i conti.