VINTI
La censura dei governi sul web è un fenomeno in crescita. Praticata nel 2002 da un numero relativamente basso di Paesi, la tendenza a controllare internet e i suoi utenti sarebbe oggi un’abitudine consolidata in almeno 25 paesi, sui 41 presi in esame da uno studio condotto da Open Net Initiative. Secondo lo studio la censura non solo si sta espandendo a macchia d’olio, ma diventa sempre più sofisticata dal momento che non vengono bloccati soltanto siti web, come quelli pornografici o di download illegale, ma anche applicazioni molto popolari come Skype e Google Maps. Tra i paesi più attivi in questo senso, Iran, Cina e Arabia Saudita. Lo studio ha scoperto attività censorie estremamente radicate in Asia, Medio Oriente e Nord Africa, dove i governi vietano l’accesso a informazioni relative alla politica, alla sessualità, alla cultura e alla religione perché ritenuti argomenti troppo sensibili. Nessuna prova di censura è stata invece trovata in 14 paesi tra cui Afghanistan, Egitto, Iraq, Israele, West Bank e Gaza, Malaysia, Nepal, Venezuela e Zimbabwe, dove è invece opinione diffusa che la rete sia strettamente sorvegliata dalle autorità.