VINTI
Gli utenti dell’operatore statunitense hanno promosso una causa collettiva da 50 miliardi di dollari, nella quale accusano Verizon Communications di avere violato la loro privacy mettendo le registrazioni delle loro chiamate a disposizione della National Security Agency (NSA). Gli utenti “spiati” hanno chiesto sia 1.000 dollari di danni ciascuno sia l’interruzione del programma di monitoraggio sulle chiamate long-distance attuato dalla NSA dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Verizon non ha confermato né smentito un rapporto con la NSA ma ha dichiarato di non aver consentito l’accesso alle registrazioni delle telefonate come parte di un piano antiterroristico, anche se non ha chiarito se Verizon Business (ex MCI) abbia fatto la stessa cosa. Come è noto la vicenda relativa alle intercettazioni è nata dopo che l’USA Today, quotidiano statunitense, ha pubblicato un report, secondo il quale la NSA ha creato una banca dati contenente informazioni su miliardi di telefonate effettuate dagli americani nel corso degli ultimi 5 anni. Come è noto anche BellSouth e AT&T sono state accusate di aver ceduto alla NSA le registrazioni delle chiamate long-distance dei propri utenti. BellSouth, oltre ad aver dichiarato di non aver ceduto le registrazioni, ha chiesto che USA Today ritiri le affermazioni sulla società contenute nel report in quanto “false ed inconsistenti”. Il quotidiano ha difeso il report e ha fatto sapere di aver avviato un’indagine.