VINTI
Mille ex azionisti di Opengate hanno presentato al Tribunale di Milano una denuncia. Promotore dell’iniziativa legale è il Siti, Sindacato Italiano per la Tutela dell’Investimento ed il Risparmio, che ha stimato una perdita di 12 milioni di euro per gli azionisti. Gli ex azionisti di Opengate hanno chiesto alla Procura se ci sono gli estremi per procedere per i reati di aggiotaggio e false comunicazioni sociali, dopo che il pm Roberto Pellicano aveva già effettuato nel luglio del 2004 un procedimento per insider trading nei confronti dell’ex presidente di Opengate Vittorio Lasagni e degli ex consiglieri Umberto Ronzoni e Bruno Bottini. I tre ex amministratori erano stati accusati di aver ceduto pacchetti di titoli prima di comunicare al mercato le notizie sul cattivo stato della società. In seguito alle indagini è risultato che la vendita delle azioni sarebbe avvenuta in base a tre o quattro informazioni privilegiate nel periodo che va dal febbraio al maggio del 2003 per un profitto complessivo di oltre 200 mila euro. Alla base del crack di Opengate ci sono le difficoltà finanziarie nate dalle incessanti acquisizioni effettuate dal Gruppo. Opengate, infatti, dopo la quotazione in borsa nel 1999, che gli aveva fruttato 30 milioni di euro, aveva acquistato diverse società che non hanno prodotto i risultati attesi e si è trovata, quindi, a dover far fronte a un forte indebitamento finanziario, che alla fine del 2002 era pari a 250 milioni di euro, e a dover dichiarare fallimento.