VINTI
Un giudice della Corte Federale Australiana ha stabilito che Kazaa, uno dei programmi P2P più utilizzati, entro il 5 dicembre dovrà filtrare i brani protetti da copyright – che attualmente sono resi disponibili illegalmente – in caso contrario il suo sistema di file sharing verrà chiuso. Il filtro a parola chiave, da adottare entro la prima settimana di dicembre, è l’ultima occasione di salvezza per Kazaa. Ricordiamo che a dicembre 2004 trenta case discografiche hanno accusato e portato in Tribunale i proprietari e gli sviluppatori australiani di Kazaa, Sharman Networks e Altnet. Le major chiedevano di essere risarcite da Kazaa per il fatto che milioni di persone nel mondo usano il suo software per scambiarsi file protetti dal copyright. I proprietari di Kazaa si sono difese dalle accuse sostenendo che non era possibile giudicare responsabile Kazaa per il comportamento degli utenti finali. Le trenta compagnie discografiche, oltre al risarcimento per i danni subiti, avevano anche chiesto alla Corte Federale Australiana di chiudere il sito. La Corte ha però decretato che Kazaa non andava chiuso ma posto sotto controllo per la protezione dei copyright.