VINCITORI
Non siamo certamente i migliori in Europa, soprattutto se confrontati con Germania e Regno Unito, ma l’ecommerce italiana da segni di ripresa quest’anno e i trend per i prossimi anni fanno ben sperare in un’affermazione più decisa del business to consumer.
Secondo un nuovo studio di eMarketer, l’ecommerce italiana vale oggi 16,16 miliardi di dollari, con un tasso di crescita del 25,5% rispetto al 2011 (quando era del 32% a 12,8 miliardi di dollari). Un dato confortante, visto il panorama economico e finanziario in cui versa l’intera Europa meridionale e che lascia intravedere per i prossimi anni un percorso comunque di crescita del mercato ecommerce nazionale che nel 2016 varrà oltre 31,2 miliardi di dollari, con un tasso di crescita che sarà pari al 12,4%, quindi ancora a doppia cifra.
Dati positivi che però ci vedono sempre dietro nel ranking europeo. L’ecommerce è arrivato in Italia quasi in contemporanea agli altri Paese dell’Unione, ma secondo emarketer non c’era una massa critica adeguata a sostenere la sua crescita iniziale. Nel Regno Unito l’82,5% degli utenti di internet utilizza piattaforme di ecommerce regolarmente, come anche il 75% dei tedeschi. Al momento, entro la fine dell’anno in corso, solo il 41,3% degli utenti italiani compreranno qualcosa in rete secondo eMarketer.
Un secondo limite all’esplosione del B2C nel nostro Paese è il contenuto numero di negozianti in rete e di piattaforme dedicate all’ecommerce. Secondo una recente indagine di Casaleggio Associati, a giugno 2012 ,sono stati circa 20 milioni gli italiani che si sono collegati a siti web di negozi. I primi tre negozi della lista, Amazon, LeGuide.com, Apple e IBS, raccolgono più del 50% degli utenti di ecommerce di tutto il Paese.
Eppure, nonostante il numero limitato di retailer online, il documento mostra incredibilmente l’Italia al secondo posto dopo il Regno Unito per spesa media per singolo utente, nel 2012 attesa a 1380 dollari e nel 2016 attorno ai 1900 dollari.