TELECOM ITALIA: Franco Bernabè, ‘Società in salute e cassa cospicua, ma va protetta’

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Telecom Italia gode di buona salute e oggi “può investire secondo una seria disciplina a beneficio dei suoi azionisti e del Paese“. La dichiarazione è di Franco Bernabè, presidente di Telecom Italia, che in un’intervista rilasciata a Massimo Mucchetti del Corriere della Sera commenta l’apporto del Fondo strategico della Cassa depositi e prestiti (Cdp) ai piani di Metroweb.

 

La cablatura in fibra ottica di 30 città italiane, con interessamento di utenza domestica e business, è argomento che certamente interessa Telecom, l’azienda di telecomunicazioni leader nel Paese, che ora ha di fronte a sé un nuovo soggetto con cui interloquire. L’amministratore delegato della Cdp, Giovanni Gorno Tempini, commenta il progetto come la base di un’auspicabile collaborazione con l’ex monopolista.

 

Ben venga la concorrenza nell’infrastruttura. I nostri cavidotti sono a disposizione di tutti“, ha affermato Bernabè sulle pagine del Corsera, che continua ricordando: “Certo, un accordo sarebbe più efficace e impegnerebbe meno capitali. Ma la storia d’Italia spesso non segue la linea retta. Ritardammo la tv a colori perché la Fiat preferiva che le famiglie concentrassero le loro risorse nel cambio dell’utilitaria e non in quello del televisore. Negli anni ’90, la Telecom pubblica fu aggredita perché voleva cablare l’Italia per consentire le trasmissioni tv via cavo, osteggiate dai sostenitori di Rai e Mediaset…“.

 

Una società che gode di buon salute, inoltre, può fare gola a molti soggetti esteri e Bernabè non ha nascosto che il Governo attuale, a differenza di quelli Prodi e Berlusconi, non sembra si stia preoccupando più di tanto nel proteggere l’azienda dalla possibilità di una scalata: “Credo che il Governo, nel rispetto dei mercati, debba preoccuparsi di Telecom e dello sviluppo delle telecomunicazioni così come di ogni altro settore strategico… A questi prezzi e con una cassa di nuovo cospicua Telecom può diventare un bersaglio goloso. Nel 2007 America Movil di Carlos Slim l’avrebbe volentieri pagata molto di più“.

 

Agli investimenti Metroweb, di 4,5 miliardi in 8 anni, Telecom risponde con 2 miliardi e Bernabè ha spiegato: “Telecom non parte da zero e adotta una soluzione meno costosa: la fibra fino all’armadietto che sta ai piedi degli edifici e poi arriva in casa con il filo di rame potenziato con il vectoring. E le somme previste per stendere la fibra fanno parte di un piano di 9 miliardi in tre anni solo in Italia … non appena si formerà zona per zona una domanda adeguata, porteremo la fibra anche in casa. Lo stesso fanno in Germania, Regno Unito, Belgio, Olanda, Austria“.

 

In conclusione, il presidente di Telecom ha invitato lo Stato ad una nuova fase di collaborazione e di confronto costruttivo per il bene del Paese: “Ragioniamo in positivo. Nelle 30 città dove investirà Metroweb, Telecom c’è già. Sono le aree più evolute, dove vive il 20 per cento della popolazione. Ma l’Italia ha pure 5 milioni di cittadini, 400 mila aziende, 56 distretti industriali senza nemmeno l’adsl: costa troppo per un operatore privato. Eppure, con un incentivo inferiore al miliardo si può portare in queste aree ed utenze almeno l’adsl entro il 2014. Mi chiedo se per lo Stato sia opportuno fare concorrenza all’operatore privato nelle aree dove è facile disinteressarsi delle utenze difficili, o se invece non sia meglio unire le risorse di Telecom e della Cdp per garantire a tutti un’infrastruttura essenziale. Un grande accordo direbbe al Paese che il suo establishment ha imparato la lezione della storia e ai mercati e ai concorrenti globali che qui è finita l’era dei Guelfi e dei Ghibellini“.

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