eHEALTH: un’app su Facebook per monitorare e prevenire malattie sessuali

di Flavio Fabbri |

VINCITORI

Social network utili per prevenire, mappare ed arginare la diffusione di malattie sessuali più facilmente trasmissibili. Lo dice un Rapporto dell’Università della Carolina del Nord, che indica in Facebook, la più grande rete sociale del mondo, una valida piattaforma per fare ricerca ed indagini anche di tipo sanitario.

 

Il professor Peter Leone, a capo dell’equipe di ricercatori del Centro Malattie Infettive dell’Ateneo, sostiene che Facebook ed altri social media simili possano non solo aiutare nella ricerca e nella mappatura dei contagi, ma addirittura rallentare la trasmissione e la diffusione di alcune tipologie di malattie sessuali. Questo perché, a detta di Leone, i comportamenti sessuali all’interno di un gruppo sociale sono molto simili e quindi comprendendone le abitudini ed i comportamenti è possibile anche prevenire i disturbi e le patologie legate al sesso.

 

Le persone della stessa cerchia sociale – ha detto Leone – spesso hanno comportamenti a rischio simili, dormono con gli stessi amici dando così al termine ‘amici in comune’ un nuovo significato“. Un’epidemia di sifilide scoppiata nel North Carolina di recente ha permesso a Leone di studiare tale fenomeno ‘social’ e, dopo aver chiesto ai pazienti chi avessero frequentato ultimamente, il professore è riuscito a tracciare una correlazione tra membri del gruppo anche dell’80%. Seguendo lo stesso metodo, applicato ad esempio all’HIV, si può fare una mappa sulle reti sociali della diffusione di tale patologia.

 

James Fowler, professore alla San Diego University, è andato anche oltre, creando un’apposita applicazione Facebook sull’argomento influenza. Studiando le parole chiave utilizzate all’interno degli aggiornamenti di stato, infatti, l’app permette di registrare la diffusione dell’influenza all’interno del gruppo, avvisando gli utenti sui giorni che presentano le maggiori probabilità di contagio del virus influenzale.

 

Strumenti nuovi per comunicare con i più giovani, tradizionalmente schivi nel parlare di certi argomenti nei colloqui famigliari e in quelli con figure mediche. I social network potrebbero così aiutare nel monitoraggio di malattie sessuali trasmissibili e nel sensibilizzare i ragazzi sui pericoli che si corrono se non adeguatamente protetti nei rapporti sessuali.

 

L’unico problema che si pone, fanno notare le associazioni per i diritti civili, è relativo alla privacy e alla tutela delle informazioni personali. Cosa accadrebbe se una diagnosi, giusta o magari sbagliata, divenisse di pubblico dominio? Anche nello sviluppo di tali applicazioni in ambito eHeatlh e social si deve tenere in massima considerazione la privacy e la tutela dei dati, ogni errore o leggerezza potrebbe essere causa di gravi conseguenze per la persona.

 

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