VINCITORI
Non è stato scritto esplicitamente, ma dall’articolo apparso oggi sull’Osservatore Romano, internet è più uno strumento cristiano che una freccia nella faretra del demonio. L’autore, infatti, si pone una domanda piuttosto semplice e, girandola al lettore, chiede: ‘È mai possibile che i creatori del network si siano lasciati ispirare dal più tradizionale, ma a tutti gli effetti attualissimo, principio di non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te?‘.
Facebook, nello specifico, sembrerebbe una piattaforma digitale ispira al consenso reciproco, al bisogno di ogni essere umano di comunicare col suo prossimo, di stringere amicizie, di dare e trovar conforto, in ogni luogo, compresa internet. Le dinamiche di relazione, infatti, si fondano quasi esclusivamente su feedback positivi, evidenzia l’Osservatore, “pollici in su, condivisioni…e non prevedono invece opzioni di istantanea disapprovazione“.
L’ottimismo è il sale della vita, diceva una vecchia pubblicità italiana, ma anche una leva economica a quanto pare. Facebook, ‘macchina amicatrice’, sarebbe infatti ‘ispirato da sano ottimismo’, un modo come un altro per aumentare il livello di empatia tra i suoi membri e tra questi e il mondo esterno, che potrebbe essere pensato anche come un grande mercato.
L’articolo dell’Osservatore termina con un passo del Vangelo di Matteo (7,12: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti“), adattato al web 2.0 ed in particolare a Facebook, visto ed immaginato come un luogo-mondo in cui gli uomini vivono secondo i dettami di un antico principio cristiano di amore verso il prossimo.
Un’interpretazione della natura del mezzo tecnologico che lascia interdetti, ma che certamente evidenzia una maggiore attenzione del mondo cattolico verso la rete, il web e le sue aziende, fino a pochi anni fa se non osteggiati, certamente visti con sospetto.