INTERNET: Cassazione, ‘Lecito uso privato del web durante orario di lavoro’

di Flavio Fabbri |

VINCITORI

Utilizzare Internet e il telefono di servizio per usi privati e in orario di ufficio non è considerato dalla Corte di Cassazione un’inadempienza ai propri doveri e non può comportare il licenziamento del lavoratore. Lo stabilisce l’ultima sentenza (n.41709/2010) riferita al caso di un dipendente comunale di Stresa che aveva fatto telefonate, mandato sms e navigato sul web per uso personale in un periodo di due anni e per un costo complessivo di 75 euro.

La Cassazione ha ritenuto tale comportamento legittimo, perché la spesa rientra in quelli che la Corte ha definito ‘costi modesti‘, rigettando così le accuse di peculato e abuso di ufficio, perché: “mancavano i presupposti del peculato, reiterando condotte che comportavano costi modesti” e perché non c’erano neanche i presupposti di “Ingiusto vantaggio patrimoniale”.

Si tratta quindi di danni considerati dai giudici ‘irrilevanti‘, anche in considerazione del fatto che il contratto per l’accesso a Internet, stipulato con Telecom Italia, prevedeva un abbonamento a costo fisso. Già a febbraio di quest’anno la Cassazione si era espressa favorevolmente sull’argomento Internet, web e navigazione in orario di lavoro, ribadendo che: “Se la navigazione avviene in maniera oculata senza farne troppi abusi il dipendente non può essere licenziato“.

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